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Vi troverai qualche riflessione di un uomo che cerca un senso nella vita, pur frenato da tutti i limiti che centellinano l’acqua a chiunque abbia sete di conoscere e di capire. Con lo studio delle leggi medicee ho scrutato al microscopio qualche bacillo di un passato non troppo lontano, con I passi e le orme ho tirato qualche conclusione soggettiva sull'oltre rapportato all'Universo in cui viviamo: la Città di Dio, in cui credo.

I testi dei Passi e le orme e dei drammi teatrali li potrai leggere qui, per esteso, mentre dei saggi storici troverai solo l’arido elenco delle pubblicazioni.

Mi auguro che la lettura dei romanzi e dei drammi ti emozionino quanto hanno emozionato me, quando li ho scritti, se invece ... (ripetendo un’obsoleta clausola di maniera) “vi avessimo annoiato, ce ne scusiamo, perché non l’abbiamo fatto apposta”.

Gianni Cascio Pratilli

I passi e le orme


Concorsi truccati in qualche università italiana sulla fine del Cinquecento, concorsi truccati in qualche università italiana, oggi.

Il romanzo, rigorosamente vero nelle parti storiche, è fantastico per tutto ciò che riguarda l’attuale mondo accademico, pertanto ogni riferimento a istituzioni, persone o eventi contemporanei è da ritenersi immaginario e casuale.


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Un importante manoscritto sparisce misteriosamente dall’Archivio di Stato di Firenze.
Un professore di storia moderna, Alessandro Salinguerra, inseguendo la lettera perduta, viene a scoprire qualcosa di inquietante: come il documento, in passato è scomparso anche qualche professore. Tra quelle sparizioni aleggia la presenza di un personaggio potente e ambiguo: il vecchio professor Gauner.
Ma ... come? Perché? Dalla foschia dell’ignoto emerge il drago della corruzione di non piccola parte del mondo accademico italiano.
L’ansia di ritrovare la lettera si trasforma nella volontà di smascherare un disegno criminoso che appare di proporzioni sempre più vaste, eppure ogni volta che l’occulto sta per essere svelato, la verità sfugge, così come sfugge ad Alessandro – alle Canarie – l’isola di San Borondón, che si allontana “tanti metri, per quanti metri la barca s’avvicina”; così come sfugge – proprio nell’attimo in cui sembra abbandonarglisi – l’enigmatico amore di Annalena.
Silenziosi cieli di zaffiro e di rubino ascoltano parole – quelle di Alessandro e Gauner - che ripetono parole già sentite: i dialoghi di Teseo e del Minotauro, dei Magi e di Erode, di Lelio Torelli e dell’arcivescovo di Pisa rivelano l’immutata identità della corruzione di ieri e di quella d’oggi, anche se l’odierno labirinto, che si estende sotterraneo tra i meandri dell’università italiana, impone di cercare un nuovo filo.
Alessandro non si fa sedurre, né si fa intimorire da Gauner, ma continua a procedere sotto la guida di enigmatici personaggi: Zoe, la custode dell’Archivio (ma chi è questa donna, che veste il colore della luce? cos’è l’Archivio, che conserva i mappamondi del Cielo e della Terra?); la Signora che abita lontano, nella cui voce germogliano sconvolgenti profezie; Paco, il pittore-demiurgo, che ascolta la luce e vede i suoni; il pio Sarvàr, che parla col silenzio; e il vecchio servitore Donello, che vede quello che nessuno vede.
Questo procedere lo porterà lontano, più di quanto avrebbe mai potuto immaginare, troppo lontano per tornare indietro ...


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